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MONTESQUIEU, CHARLES-LOUIS DE SECONDAT DE
(La Brède 1689 - Parigi 1755). Scrittore politico francese. Membro del parlamento di Bordeaux dal 1714, ne fu eletto presidente nel 1716. Nel 1721 pubblicò anonime le Lettere persiane, nelle quali due immaginari viaggiatori satireggiavano in una Persia d'invenzione la triste realtà della Francia assolutista. Divenuto membro dell'Académie française nel 1728, si dedicò ai viaggi. Trascorso un lungo soggiorno (1729-1731) in Inghilterra, si ritirò nell'avito castello di La Brède presso Bordeaux dove scrisse innanzitutto le Considerazioni sulle cause della grandezza dei romani e della loro decadenza, contributo di altissimo valore alla nascita dello storicismo. Compose poi, soprattutto sulla base delle impressioni ricevute dal sistema politico sorto in Gran Bretagna in seguito alla Glorious Revolution (1688), Lo spirito delle leggi (1748), un'opera che, insieme col Contratto sociale di J.-J. Rousseau (1762), influì grandemente sul nascente liberalismo, sulla ribellione delle colonie britanniche d'America e sugli sviluppi della situazione politica in Francia sfociata quarant'anni dopo nella rivoluzione. Vi delineava, infatti, la ricerca della costituzione che coniugasse il massimo di libertà col massimo di efficienza, in quanto la legge è un rapporto necessario che deriva dalla natura delle cose, richiedendo quindi un equilibrio fra ordinamenti giuridici e condizioni oggettive (ivi compresi cultura, religione, economia, clima ecc.). Dispotismo e repubblica sono eccessi. Soltanto uno stato moderato, consistente in una monarchia costituzionale, poteva garantire tale equilibrio, mediante la separazione dei poteri, caoticamente intrecciati fra loro nell'ancien régime: il re (coadiuvato da consiglieri) doveva detenere il potere esecutivo e il potere di veto sul legislativo, detenuto dal popolo che lo delegava a dei rappresentanti riuniti in una Camera alta, di nobili, e in una Camera bassa, di borghesi, mentre il potere giudiziario doveva essere del tutto indipendente.
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